27 gennaio 2000. Assegnazione a favore della Associazione M.I.C.S. Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo di una porzione (mq. 1.300 circa) dell’immobile di proprietà del Comune di Roma, ricompresi tra Via Portuense e Via Bettoni. (Ordinanza del sindaco Francesco Rutelli).
I locali però hanno bisogno di molte riforme per diventare un museo aperto al pubblico:
« A seguito degli accordi verbali intercorsi, alleghiamo alla presente ampia documentazione dei progetti che stiamo elaborando per le attività culturali del M.I.C.S. in Via Portuense 101.
Troverete gli elaborati grafici dell’Arch. Mercuri e lo schema di sistemazione e di organizzazione che intendiamo realizzare, possibilmente in tempi brevi, per non perdere ulteriore tempo prezioso di questo anno giubilare.
La spesa complessiva per la ristrutturazione dei locali (comprensiva di scale e uscite di sicurezza, impianti di condizionamento, bagni, ecc.) è di circa un miliardo e seicento milioni.
Ci riserviamo comunque, appena possibile, di fornire in dettaglio, le spese di ogni singola voce appena avremo dalle diverse ditte i preventivi richiesti »
(lettera di José Pantieri a Francesco Rutelli, Sindaco del Comune di Roma, e all’assessore alle politiche culturali Gianni Borgna)

Dall’amministrazione arrivano soltanto promesse, e Pantieri, per ottenere i dovuti permessi e riuscire ad aprire al pubblico il museo, finirà per pagare di tasca propria tutte le spese minime di ristrutturazione.
28 gennaio 2001. Il Comune di Roma autorizza la dismissione del ex Pastificio Costa dove ha sede il museo.
21 novembre 2001. Lettera del Comune di Roma a José Pantieri:
« Con riferimento al bene utilizzato dalla S. V. giusta Ordinanza di assegnazione n. 5 del 27.01.00 relativo al verbale di consegna del 28-01.00 si informa che il relativo procedimento ai sensi delle deliberazioni C.C. n.26/95 e 202/96 non può concludersi con formale concessione, tale bene, infatti, unitamente al più vasto fabbricato di cui fa parte, è stato oggetto di trasferimento di proprietà dal Comune a terzi. Nel precisare che in ragione dell’attività ivi esercitata l’Amministrazione Comunale opererà una ricognizione dei beni di sua proprietà per individuare una sede sostitutiva dell’attuale, si comunica alla S.V. che il bene attualmente utilizzato dovrà essere restituito libero da persone e da cose alla nuova proprietà. »
3 dicembre 2001. In occasione della cerimonia inaugurale della XX Settimana del Cinema Muto, Pantieri riceve una lettera di buoni auguri dal sindaco Walter Veltroni:
« mi spiace di non poter essere presente con voi questa sera, a causa di impegni precedentemente presi e non prorogabili. (…)
La vostra scelta di dedicare alcuni film, che i romani potranno vedere gratuitamente durante questa settimana, alla storia della Capitale rappresenta un riconoscimento importante del ruolo che Roma ha svolto e continua a svolgere nella storia del cinema italiano e internazionale.
La nostra memoria storica collettiva passa anche attraverso la conservazione del patrimonio filmico del passato e quindi la vostra attività ricopre un ruolo importante che deve poter essere sostenuto. Il comune dii Roma ha iniziato a lavorare in tal senso e ci auguriamo che altri possano seguirci su questa strada.
Auguro a tutti voi di poter continuare a svolgere con la stessa passione e impegno civile il vostro lavoro e di passare una piacevole settimana all’insegna del buon cinema »
27 dicembre 2001. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema, in risposta alla richiesta di sovvenzione per l’attività di promozione e diffusione della cultura cinematografica relativa all’anno 2000, concede al M.I.C.S. una sovvenzione di L. 1.000.000.
13 maggio 2002. Il Comune di Roma propone a Pantieri un confronto per trovare una soluzione (una nuova sede) al museo, ricordando ancora una volta che “l’immobile di Via Portuense 101 è stato da oltre un anno permutato con un importante area verde situata nel parco dell’Aniene”. Pochi giorni dopo, il 16 maggio 2002, Pantieri risponde alla richiesta ricordando a sua volta che per il museo “visto l’alto grado di degrado dell’immobile, ha eseguito una quantità di lavori di ripulitura, restauro e abbellimento, per renderlo fruibile alla collettività, come da comunicazioni da noi effettuate ai Vostri uffici competenti, senza che Voi abbiate avuto alcunché da obiettare.”
17 luglio 2002. Consegna parziale dell’immobile di Via Portuense alla nuova proprietaria, la Società Idrangea S.r.l.
13 novembre 2002. La Soprintendenza Regionale invita la Soprintendenza Archivistica “a valutare la possibilità di dichiarare di notevole interesse storico” la raccolta di “apparecchiature, pellicole, immagini, documenti ed oggetti legati al cinema e allo spettacolo del M.I.C.S.”.
18 febbraio 2003. Una funzionaria della Soprintendenza archivistica si reca nella sede del museo “per acquisire tutti gli elementi conoscitivi utili per una conoscenza, anche approssimativa, del materiale documentario e conseguentemente provvedere e dichiarare la documentazione di notevole interesse storico” (…) “Il sig. Pantieri ha espresso molte perplessità in ordine all’accettazione della dichiarazione di notevole interesse storico e una certa avversione per le Istituzioni sia statali che comunali, che, probabilmente non hanno sempre atteso le sue aspettative circa eventuali finanziamenti. La Soprintendenza ha pertanto per il momento procrastinato l’iniziativa, ma fa presente che un notevole e pregiato patrimonio legato alla storia del cinema e dello spettacolo va salvaguardato e tutelato con ogni possibile strumento idoneo e con iniziative concordate tra i diversi organi istituzionali volti a svolgere la difesa del patrimonio culturale. Si resta in attesa di conoscere gli ulteriori sviluppi della questione, che potrebbe anche risolversi con un’unica dichiarazione compressiva di tutto il patrimonio e della sede che lo ospita ai sensi dell’art. 2 e dell’art. 52 del T.U. n. 490/1999, in materia di beni culturali. In caso contrario questa Soprintendenza potrebbe avviare la procedura per la dichiarazione relativa ai soli beni documentari.”
17 marzo 2003. Lettera di Pantieri al sindaco Walter Veltroni, a gli assessori Gianni Borgna e Claudio Minelli:
« allo scopo di trovare una soluzione, nell’interesse della collettività, siamo disposti ad a esaminare eventuali possibilità per una nuova gestione del Museo attraverso una partecipazione degli Enti pubblici ».
Per la nuova sede del museo la prima proposta è una struttura (l’Autoparco dei vigili urbani nella zona di Porta Portese): “una struttura che, ovviamente, verrà ristrutturata divenendo un ambiente collocato in un luogo straordinario”.
La seconda è il Palazzo delle Scienze all’Eur. Si tratta di proposte, nulla di concreto.
9 luglio 2003. Notifica del vincolo di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio in questi termini:
« Viste le istanze presentate dalla Soprintendenza Bappsad di Roma e gli elementi conoscitivi ricevuti dalla Soprintendenza Regionale per i Beni e le attività Culturali del Lazio circa la situazione in cui versa il MICS Museo Internazionale di Cinema e Spettacolo, Associazione, senza fini di lucro, diretta dal sig. José Pantieri, sito in via Portuense 101 presso l’immobile ex Pastificio Costa, dato in affitto dal Comune di Roma e che rischia lo sfratto a causa di una delibera comunale per una permuta di stabili con la società immobiliare Tirrenia.
Constatato che presso il Museo è conservata una ricca documentazione, filmica, fotografica ed oggettistica relativa alla storia del cinema dalla seconda metà dell’800 a tutto il ‘900 e che altro materiale documentario di prestigio si trova presso l’abitazione del Presidente dell’Associazione e che detto materiale rischia la dispersione, per i motivi di cui sopra.
Dichiara
Che il materiale conservato presso il MICS di Roma e quello che si trova presso l’abitazione privata del Presidente è di notevole interesse storico e pertanto sottoposto alla disciplina del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490 per l’importanza che riveste per i seguenti motivi: per il grandissimo valore storico del patrimonio culturale e documentario relativo sopratutto al cinema muto composto di circa 5000 (cinquemila) pellicole, tra cui il famosissimo Cabiria, realizzato nel 1912,
una fototeca di 2.000.000 (due milioni) di immagini fra cui le più antiche risalgono alla metà dell’800,
e un’emeroteca comprendente pubblicazioni di diversi paesi e una “manifestoteca” comprendente moltissimi manifesti e locandine dei film prodotti dalle case di produzione cinematografiche, quali la Cines e la Titanus, solo per citarne alcune tra le più famose.
Inoltre il MICS conserva oggettistica, cimeli e curiosità di vario tipo; dalle prime lanterne magiche, sino alle attuali strumentazioni: cineprese, macchinari, moviole, proiettori.
Alcune sale dal museo, che si estende su 1500 mq, sono dedicate alle dive del cinema tra cui Francesca Bertini e Lyda Borrelli (sic Borelli), delle quali sono esposti abiti di scena.
Recentemente inoltre una intera sala è stata dedicata a Federico Fellini, di cui si raccolgono disegni e bozzetti di scena originali che lo stesso regista disegnava per i suoi film.
Tutto questo ingente patrimonio cinematografico, difficilmente quantificabile allo stato attuale delle cose, non tutto censito e classificato, di fondamentale importanza per lo studio della storia del cinema, dal muto ai giorni nostri, rischia la dispersione.
Per la sua notevole importanza, per il suo valore storico, che documenta la storia del cinema, oltre che della fotografia, del costume e della società italiana del secolo scorso, si ritiene che tale patrimonio debba essere tutelato e salvaguardato.
Notifica in particolare al sig. Pantieri direttore del Museo del Cinema di Roma, via Portuense 101, 00153 Roma
l’obbligo di:
Conservare, ordinare e inventariare la documentazione sopra descritta;
Chiedere l’autorizzazione di questa Soprintendenza per la realizzazione di interventi di riordinamento, inventariazione e restauro che si intendono eseguire sulla suddetta documentazione;
Permettere agli studiosi, che ne facciano motivata richiesta tramite il Soprintendente archivistico, la consultazione dei documenti che, d’intesa con lo stesso Soprintendente, non siano riconosciuti di carattere riservato;
Dare notizia a questa Soprintendenza del cambiamento di sede dell’archivio qualora ciò avvenga in conseguenza del cambiamento di dimora del detentore;
Denunciare a questa Soprintendenza, entro 30 giorni, il trasferimento, a qualsiasi titolo, della proprietà o detenzione dell’archivio;
Consentire al Soprintendente archivistico, in seguito a preavviso, di procedere a ispezioni per accertare lo stato di conservazione e di custodia dell’archivio.
e il divieto di:
Smembrare l’archivio;
Procedere a scarti, senza l’autorizzazione di questa Soprintendenza;
Procedere a esportazioni, senza l’autorizzazione di questa Soprintendenza;
Avverso il presente provvedimento è consentito il ricorso, nei termini di trenta giorni, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per gli Archivi – Divisione Vigilanza.
In caso di inadempienza degli obblighi e divieti sopra riportati verranno applicate le sanzioni amministrative e penali previste dal decreto legislativo citato »
La raccomandata arriva alla sede del museo a via Portuense, ma Pantieri, che è fuori Roma, la riceve soltanto il 25 luglio 2003.
La prima reazione di è d’incredulità, : “Ci giunge ora una decisione incredibile, antidemocratica e arbitraria del Soprintendente Archivistico per il Lazio datata 9-7-2003 che decide di sottoporre il materiale del M.I.C.S. di Roma e quello che si trova presso l’abitazione privata del Presidente alla disciplina del decreto legislativo n. 490 del 29-10-1999. Tale documento contiene notizie infondate, inesatte, generiche e deformate”.
Qualche precisazione:
Sicuramente la sede del museo a Via Portuense è a rischio di sfratto, ma non l’abitazione privata del Presidente (che, fra l’altro, nel 2003 aveva la sua residenza in un appartamento a Forlì).
La più antica copia di Cabiria, del 1914 e non del 1912, in archivio era una videocassetta (U-matic) anni ’70.
Secondo un preventivo d’inventario incaricato da Pantieri pochi mesi prima, le immagini in archivio da metà dell’800 in poi erano 130.000.
Da ottobre del 2003 allo sfratto definitivo dai locali di Via Portuense nel febbraio del 2007, Pantieri riceve diverse proposte per trasferire il museo all’Eur, dove l’assessore alla cultura Gianni Borgna ha intenzione di creare un Polo Museale presso il Museo delle Arti e Tradizioni popolari, in cui inserire anche il MICS.
Nella prima bozza di accordo per la trasferta all’Eur si assicura a Pantieri la proprietà dei materiali ed il ruolo di direttore artistico (e un compenso di 3.000 euro) con facoltà di proporre alcuni collaboratori per il “suo museo” che, dal 15 luglio 2004, con rogito notarile, ha cambiato nome in Museo Josè Pantieri del Cinema e dello Spettacolo. Nella stessa bozza, il Comune di Roma si assume l’impegno di stanziare 750.000 Euro per la ristrutturazione dei locali all’Eur.
Tutti i documenti (originali e fotocopie) riportati sono in possesso del rappresentante legale di Elia Buster Domenico Pantieri, erede di José Pantieri.
(continua)