José Pantieri ha pubblicato un volume sui comici

 

Ninetto Davoli, Pier Paolo Pasolini e José Pantieri, Festival de Cannes 1966
Ninetto Davoli, Pier Paolo Pasolini e José Pantieri, Festival de Cannes 1966

Il forlivese José Pantieri ha fondato nel 1959 l’Associazione Internazionale del Cinema Comico d’Arte a Parigi nella metropoli francese è conosciutissimo; lo è meno in Italia, nonostante che il critico cinematografico di un grosso quotidiano lo abbia definito “il profeta della nuova comicità cinematografica”. Ma succede sempre così in patria, e forse la compostezza, la dignità morale di questo autentico poeta dell’arte comica gli impedisce di ottenere quei riconoscimenti chiassosi, per quanto effimeri, di cui siamo nel campo delle arti purtroppo quotidianamente testimoni.

Eppure Pantieri non è soltanto il creatore dell’Associazione del Cinema Comico d’Arte e l’animatore dell’Usine à gags, ma anche uno storico coscienziosissimo dell’arte che professa, l’arte che ama e che desidera far conoscere. Nel 1963 pubblicò un saggio su Buster Keaton che oggi fa testo; poco tempo fa ha pubblicato, per i tipi dell’editore Giordano, di Milano, un lussuoso volume Gli eroi della risata che è un documento non solo della squisita sensibilità e originalità dell’autore, ma dello scrupolo con cui Pantieri esegue il suo compito di divulgatore di un particolare aspetto delle manifestazioni cinematografiche. Egli ha dedicato questo suo saggio ai pionieri della comicità cinematografica con un senso di sentita riconoscenza per quei primi artisti che fecero la gioia di intere generazioni, che offrirono attimi di tempo o ore di distensione e serenità a tanta parte del genere umano.

In un’epoca in cui non poche opere, a pretesa culturale, vengono improvvisate basandosi solo sulle immagini fotografiche fornite da didascalie sbrigative, il saggio di Pantieri può essere additato come uno dei più confortevoli del come la documentazione storica di una particolare materia debba essere organizzata e condotta. I magistrali saggi presentati nei suoi Eroi della risata sul grandissimo Max Linder, cui tutti i comici cinematografici debbono qualche cosa, compresso Charlot, (del quale, per sciagurata sorte dei suoi film principali finiti al macero, non è permesso di intendere pienamente l’originalità), su Harold Lloyd, su Stan Laurel e Oliver Hardy, nonché sul capitolo dedicato al film comico italiano del periodo muto, da Fregoli a Vaser, da Cretinetti a Robinet, da Polidor a Kri-Kri, ecc., sono magistralmente trattati.

Naturalmente, in questo caso, la documentazione iconografica è indispensabile, (l’autore è riuscito a presentare delle rarissime fotografie) per integrare il testo come in poche altre occasioni; ma ciò che rende particolarmente pregevole questo saggio è che lo si legge tutto di un fiato, nonostante il suo intendimento documentario, storico: pregio questo da non considerarsi ultimo. Anzi.

A. Cervellati
(Avanti)