Con la sua fabbrica di gags vuole sfidare Monsieur Hulot

Il giovane romagnolo José Pantieri sogna di rilanciare il cinema comico con la creazione di un personaggio tipico che sviluppi e perfezioni gli insegnamenti dei classici del ridere.

José Pantieri et son usine a gags Paris

Parigi, settembre 1961. Si chiama José, un nome internazionale come lo è lui del resto, ed è un personaggio che saprà certamente farsi una strada nel mondo che egli è ben deciso a conquistare. E per conquistarlo ha a sua disposizione un semplice ombrello di seta nera dal lungo puntale metallico e dal manico di legno.

José è nato a Parigi ma non è francese come non è di nessun altra nazionalità e di tutte nello stesso tempo. Suo padre invece, a cui assomiglia come una goccia d’acqua, è un giovane italiano di 23 anni, un simpaticissimo emiliano, romagnolo di Forlì per meglio specificare. Come suo fratello Pier Claudio, noto pittore di fama internazionale, che sa esprimere magnificamente coi colori tutte le passioni e la vivacità della sua terra, anche José Pantieri ha sentito impellente sin da ragazzo il bisogno di esprimere quella carica di umorismo di cui madre natura lo aveva dotato. Dopo aver debuttato come dilettante nel teatro romagnolo, José Pantieri si è trasferito a Roma, a Cinecittà dove ha cominciato a perfezionare e a concretizzare i suoi sogni.

Concretizzare è dire molto perché a Cinecittà in pratica José Pantieri ha avuto semplicemente il battesimo della macchina da presa partecipando con parti secondarie a un paio di films. Ma questo inizio modesto nel campo cinematografico ha aperto a José vasti orizzonti per il futuro, mete per le quali però egli si è sentito ancora impreparato per raggiungerle. Per questo è venuto a Parigi e per due anni ha lavorato giorno e notte si può dire per perfezionarsi e perfezionare il «suo» personaggio. «Sono un po’ ambizioso — confessa José Pantieri — e voglio riuscire a sfondare perché sono convinto che quello che ho in testa è buono e vale la pena di farlo conoscere. Per questo mi sono messo al lavoro e per due anni non ho fatto che dedicarmi a perfezionare il mio personaggio». José Pantieri vuole sfondare non nel campo cinematografico in generale, ma in un settore ben definito, quello che, malgrado le apparenze è il più difficile: il genere comico. In questi due anni nel centri di preparazione cinematografica, nelle cineteche e un po’ ovunque, è andato a ritrovare i classici dell’umorismo cinematografico, li ha studiati, li ha analizzati uno per uno. Forte da quanto ha assimilato da questi studi di ricerca oggi José si sente pronto e maturo per esprimere anche lui quanto ha elaborato nel suo cervello in questi anni di lavoro. «Al giorno d’oggi — egli afferma, e come dargli torto — il genere comico nel cinematografo è molto poco considerato. Cos’è che fa ridere oggi? La battuta volgare, la situazione piccante, i doppi sensi. Per questo non pochi produttori rifiutano sistematicamente di produrre films comici sapendo che gran parte del pubblico — giustamente — non li apprezzerebbe. Io sono fermamente convinto che l’uomo ha bisogno di ridere come ha bisogno di mangiare, di bere o di dormire. Evidentemente i tempi sono evoluti e quelli delle torte in faccia sono oramai sorpassati. Ci vuole qualcosa di nuovo». Questo qualcosa di nuovo José Pantieri crede di averlo trovato e applicato nelle numerosissime gag che egli ha studiato e messe a punto in questi anni di lavoro. Si tratta di un nuovo linguaggio umoristico basato esclusivamente sul fattore visivo e su quello sonoro uniti insieme. Un genere insomma tipo Monsieur Hulot di Tati a cui viene aggiunto il fattore sonoro come elemento indispensabile e complementare.

José Pantieri per realizzare questo genere di nuova comicità ha riunito intorno a sé alcuni amici insieme ai quali ha costituita la sua Usine à gags che comincia già ad ottenere i primi successi in Francia. Il personaggio di José ha già ispirato al suo ideatore un cortometraggio per la televisione francese che lo programmerà in ottobre e che sarà seguito successivamente da una lunga serie di altri cortometraggi di questo genere. Ma José, il personaggio timido e sfortunato, un po’ poetico alla Peynet, un personaggio che crede fermamente a cose inverosimili, un personaggio profondamente buono e incapace di far male a una mosca, aspira a mete ben più alte e sarà il protagonista di un lungometraggio che sarà realizzato entro la fine dell’anno. Il suo inseparable ombrello, la sua caratteristica cravatta a farfallino, il suo linguaggio incomprensibile («La parola ostacola e limita molto la comicità — afferma José Pantieri — per questo il mio José è quasi esclusivamente muto, limitandosi a pronunciare parole incomprensibili che però, in qualsiasi lingua, danno esattamente il senso di quello che vogliono esprimere») diventeranno allora popolari e José diventerà certamente un difficile rivale per l’oramai anziano Monsieur Hulot. Per quanto il suo personaggio, la sua creatura che oramai da due anni accompagna giornalmente a spesso per le vie di Parigi osservando e studiando le attitudini dei passanti che sono in realtà gli ispiratori di tutte le sue umoristiche gags, sia oramai pronto per il lancio, José Pantieri afferma che il più duro avverrà dopo, quando José sarà conosciuto e dovrà continuare a vivere. Per questo, per poterlo «alimentare» con sempre nuove trovate egli ha deciso di trasferirsi oltre Manica, sui bordi del Tamigi. «La dove c’è dignità e austerità — afferma Pantieri — c’è materia inesauribile per la comicità».

Con tutto questo fardello d’esperienza José si sta preparando al grande lancio. Alcuni critici cinematografici che l’hanno già visto affermano trattarsi di un nuovo moderno  Charlot: «Sono forse troppo buoni nei miei riguardi — dice modestamente José Pantieri — ma il loro incoraggiamento mi serve molto per consolidare il mio personaggio. Sono convinto di essere sulla buona strada e che in un giorno che non spero lontano si dimentichi un attimo le preoccupazioni che la vita oggi ci riserva per parlare un po’ del mio José che almeno lui, vede la vita sotto un aspetto tutto diverso».

Giovanni Coruzzi
(Libertà, Giovedì 21 settembre 1961)