A Forlì c’è una fototeca Charlie Chaplin unica al mondo

Mani ignote 1912
illustrazione dall’articolo “A Forlì c’è una fototeca Charlie Chaplin unica al mondo” (il Resto del Carlino, domenica 13 luglio 1980)

Forlì, domenica 13 luglio 1980. Il Centro studi cinetelevisivi (CSCTV), fondato alcuni anni fa dal regista e critico cinematografico José Pantieri ma che fino ad ora non aveva una sede fissa mancando di locali idonei, sta trasferendosi, per rimanervi per sempre, a Forlì. Una prima parte dei suoi prestigiosi archivi già si trova presso l’oratorio della Basilica di San Mercuriale. Per il momento è stata trasferita soltanto la colossale fototeca dello spettacolo “Charlie Chaplin” che dispone di foto originali (e in gran parte rare) dal 1895 ad oggi. Questa fototeca cinematografica è considerata la più grande d’Italia ed è meta di visitatori provenienti anche dall’estero. Studiosi, editori, giornalisti sono sovente alla ricerca di documenti fotografici introvabili altrove.

È stata trasferita a Forlì anche una parte della cineteca — la più grande per quanto riguarda i film rari del periodo muto — e un primo blocco della biblioteca specializzata in materia di cinema e spettacolo. La biblioteca internazionale cinetelevisiva “Mack Sennett” è vastissima e unica nel suo genere in tutta la riviera romagnola.

«Con questi trasferimenti di materiali rari e preziosi sotto il profilo culturale — ha osservato Pantieri — speriamo di poter sviluppare un discorso utile per la cultura di tutta la collettività romagnola. L’importanza di questi archivi supera i confini regionali. Basti pensare alla cineteca “Buster Keaton”, con circa 2 mila films, alla emeroteca dello spettacolo “Harry Langdon”, con oltre un milione di documenti e al laboratorio “Hal Roach” con moviola 35mm ed altra numerosa attrezzatura professionale».

Ciò che José Pantieri spera è l’apprezzamento dei suoi concittadini per questa iniziativa ch’egli (e non solo lui) definisce coraggiosa e, in un futuro prossimo, anche la loro collaborazione. «Forlì potrebbe diventare un centro culturale di grande importanza — aggiunge infatti José Pantieri — con i benefici turistici e promozionali conseguenti».

Intanto si è conclusa ieri, in concomitanza con la chiusura del festival di fantascienza di Trieste, la mostra che la fototeca “Charlie Chaplin” di Forlì ha allestito con rari documenti cinematografici sul cinema fantascientifico targato Italia ed Usa. Sono in fase di allestimento altre mostre sul cinema poliziesco (Cattolica) e sui registi italiani (Forlì).

Luciano Foglietta
(il Resto del Carlino)

Il Cagliostro censurato

il resto del Carlino Luglio 1970

Roberto Gervaso mi fa sapere che lavora attualmente intorno a un libro sulla vita di Cagliostro e mi chiede di passargli alcune informazioni e, se del caso, di fornirgli qualche chiarimento. Ben poco so io sulle vicende dell’avventuroso personaggio che non siano già consegnate in gran parte alla storia. Comunque, gli rispondo facendo del mio meglio per istradarlo, suggerendogli, fra l’altro, di fare una capatina negli studi della RAI-TV, in Roma, perché le venga consentita la visione, in via riservata, di un cortometraggio di José Pantieri, girato tempo addietro sulle rupe di San Leo e dentro la tetra cella dove Cagliostro morì: cortometraggio per la cui realizzazione anch’io ho dato una mano e che, per svariate e complesse ragioni, è tenuto tuttora in quarantena.

Alla luce di recenti rivelazioni provenienti dalla Francia, dove più a lungo operò, si desume che Cagliostro ha lasciato un gran numero di manoscritti dei quali, a un certo momento, si è impossessato il Sant’Uffizio. Se non sono stati bruciati, essi dovrebbero trovarsi negli archivi del Vaticano, e v’è da augurarsi che, in omaggio alle nuove idee dell’azione ecumenica e riconciliazione coi “fratelli separati”, le autorità ecclesiastiche vogliano dare alla luce queste carte importanti le quali conterrebbero le giustificazioni di Cagliostro cui egli stesso fece allusione durante la prigionia fino alla morte.

In attesa che le autorità vaticane e gli organi superiori che presiedono alla RAI-TV diano via libera al cortometraggio del giovane regista romagnolo, il quale mi dice che, in caso della messa in onda del documentario e di eventuali tagli, egli firmerà il proprio lavoro con lo pseudonimo di Giuseppe Rinuncia, e con la speranza di acquisire nuovi elementi da inviare a Gervaso, in attesa di tutto ciò, dicevo, in un tardo pomeriggio d’agosto mi tolgo dagli ozi della spiaggia e del marasma del litorale e, lungo la comoda e non superaffollata rotabile di Valmarecchia — la stessa prescelta da Giulio Cesare, dopo varcato il Rubicone, per raggiungere Roma, e percorsa dal Poverello quando andò a Verna per ricevere le stigmate — in mezzo di mezz’ora di macchina e senza correre, traghettando dalla fascia di mare alla collina, favorendo, così, l’auspicato scambio turistico con l’entroterra, raggiungo la vetta di Monte Feretrio: una variante al tran tran delle balere, consigliabile a quegli ospiti desiderosi del romanzesco e bisognosi di respirare un boccone d’aria pura…

Luigi Pasquini
(il Resto del Carlino, 28 luglio 1970)

La difficile arte di far sorridere

José Pantieri

La RAI-TV tenta nuove strade nel campo dello spettacolo comico.

José Pantieri, conosciuto da anni come il “propugnatore di una nuova scuola del cinema comico” per le sue ricerche d’avanguardia in questo settore lavorerà per la Televisione: preparerà un breve spettacolo comico d’avanguardia, di 15-20 minuti, ideato, diretto e interpretato da lui stesso.

Si tratta di Passaggio obbligato, cioè di una “comica moderna” che prende di mira un certo tipo di progresso, dove anche le cose più semplici diventano difficili e complicate. In realtà è la storia di due fidanzati che si danno appuntamento in Piazza del Duomo a Milano, ma a causa del traffico e dei sottopassaggi che sono “obbligati” a prendere non riusciranno mai ad incontrarsi.

La realizzazione di Passaggio obbligato sarà anche imperniato su una nuova tecnica di realizzazione. L’azione sarà ricca di gags metafisiche, e visivo-sonore. Non ci saranno dialoghi.

Pantieri ha infatti sperimentato una nuova forma di comicità visivo-sonora basata su associazione di idee, suoni e immagini.

Per i grandi umoristi del cinema la voce non è mai stata un complemento indispensabile. I grandi comici del muto sono stati, del resto, ben superiori a quelli del sonoro. Nei film di Tati, che va considerato l’erede legittimo dei grandi “muti”, si parla appena, ma le loro colonne sonore sono quasi importanti quanto le immagini, grazie al montaggio di rumori, musiche, conversazioni.

Ai motivi antichi e a quelli recenti di Jacques Tati intende ricollegarsi José Pantieri, ben noto come vessillifero di una nuova scuola del cinema comico.

Notiziario ANICA, Gennaio 1970

Si gira a Firenze L’antiquario di Buzzati

L'antiquario fiorentino gennaio 1970

Il regista Giuseppe Rinuncia “gira” a Firenze. Rinuncia è un cognome d’arte, «protestatario quel tento che basta a far ricordare a chi di dovere che l’attuale incarico è solo l’occasione per giungere a fare ciò che desidero da sempre, cioè il comico-regista-autore, qualcosa del tipo, se sono leciti certi confronti, di Chaplin o Tati». Giuseppe Rinuncia, al secolo José Pantieri, da anni studia, legge e scrive «soggetti per fare ridere», nella speranza di interpretarle al più presto sui teleschermi. Nel frattempo ha ottenuto l’incarico dalla TV di realizzare due brevi riduzioni di celebri novelle, L’antiquario di Buzzati e La mamma dei gatti di Palazzeschi.

La vicenda dell’Antiquario centrata sugli aspetti curiosi e insoliti del collezionismo di antichità, è stata ambientata in un sovraccarico negozio di via de’ Banchi. Gli attori sono stati presi da varie compagnie teatrali fiorentine e, secondo una tradizione che trova le sue origini soprattutto nel risparmio, dalla strada.

José Pantieri, con baffi, occhiali e cappello scuri, urla e si affanna dietro alla cinepresa per rispettare i tempi di lavorazione: il racconto deve andare in onda il 24 gennaio sul nazionale nel pomeriggio, tra le trasmissioni dedicate agli scolari. Nella sua borsa, insieme al copione e all’agenda, tiene le sue idee e le sue speranze. Ogni tanto tira fuori un volantino pubblicitario, che reclamizza, metà in italiano e metà in francese, le qualità del nuovo comico geniale («Un nuovo Charlot?») nemico dichiarato dell’avanspettacolo e della grossolanità. Nei volantini, stampati in Francia durante gli anni di permanenza di Pantieri a Parigi, l’aspirante Tati è ritratto con un ombrello, la giacchetta troppo larga, il cravattino scomposto e un cappello sformato. Forse lo vedremo così tra poco in televisione, e allora si libererà dell’attuale cognome di protesta.

M.
(La Nazione, Firenze, 4 gennaio 1970)

Le gags di José Pantieri in TV

José Pantieri foto Marco Neri
José Pantieri 1969 c. foto Marco Neri

Dicembre 1969.Lo spettacolo comico cinetelevisivo sembra sia ad una svolta di deciso rinnovamento. In questi giorni, infatti, si stanno definendo importanti trattative fra la Rai-TV e José Pantieri, meglio conosciuto come il “profeta della nuova comicità” o attraverso lo pseudonimo di Giuseppe Rinuncia. Da circa dieci anni, Pantieri va conducendo una vera battaglia in favore del rinnovamento del comico. Rinnovamento che, come egli sostiene, dovrebbe mutare proprio alla base il concetto comune sulla comicità.

Pantieri ha incontrato varie difficoltà prima di farsi accettare dai responsabili dei programmi televisivi. Complicate trattative hanno difatti preceduto questo accordo, ora risolto in modo positivo. Pantieri (che comunque continuerà a firmare i suoi lavori, contrattualmente, con lo pseudonimo polemico di Giuseppe Rinuncia, è stato già incaricato di realizzare un primo filmato comico di 15-20minuti, scritto, diretto e interpretato da egli stesso. Il progetto sul quale si è fermata l’attenzione dei dirigenti televisivi è intitolato Passaggio obbligato: la storia di due fidanzati che si danno appuntamento in piazza del Duomo a Milano, ma, a causa del traffico e dei sottopassaggi dei quali sono “obbligati” a servirsi per raggiungere il luogo fissato, non riusciranno mai ad incontrarsi.

In attesa di dare il primo giro di manovella a Passaggio obbligato, Pantieri è stato incaricato di realizzare due filmati televisivi tratti da due racconti di Dino Buzzati e di Aldo Palazzeschi. Dal primo, Pantieri ha ridotto e sceneggiato L’antiquario: una satira che mostra gli aspetti grotteschi del mercato d’arte e l’aspetto patetico di ingenui collezionisti, frequentemente vittime dell’entusiasmo per qualche oggetto il cui autentico valore risiede soltanto nella loro immaginazione. Di Palazzeschi, il giovane comico romagnolo ha invece ridotto e sceneggiato La mamma dei gatti: la storia di una vecchietta che veglia sulle sorti di un esercito di bestie randagie, lasciandosi prendere la mano per questi affetti straordinari, per rinnegando però gli affetti ordinari. Due storie che trovano un loro intimo punto di contatto in un parallelismo di atteggiamenti di caratteri esaltanti, il cui denominatore comune è una incompleta maturità umana e psicologica. Pantieri curerà anche la regia dei due filmati.
(Il Giornale d’Italia)