Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo, Roma 3-8 dicembre 2001
Cenerentola reclama il suo ruolo
Quando un archeologo scavando pazientemente tra la terra e i vermi riesce a trovare un qualche reperto e lo ripulisce con cura, a volte anche con particolare difficoltà, lo fotografa, lo studia e lo espone e lo rende noto agli studiosi e alla collettività, oltre a provare una enorme gioia è spesso compensato da riconoscimenti ufficiali del suo difficile e utile lavoro di alta specializzazione. Parallelamente dovrebbe essere così per i nuovi archeologi delle immagini, anche se ovviamente le date di produzione e di realizzazione di questi cimeli sono assai più recenti. Ma il valore storico-culturale non può essere considerato minore e tanto meno sottovalutare la fatica per il recupero e per il restauro, che pur essendo diverso in quanto a metodi e a tecniche, è altrettanto impegnativa e difficile.
Quindi questa prima parziale e provvisoria pubblicazione potrebbe e dovrebbe servire a quel vasto numero di appassionati che, sempre più numerosi, si stanno avvicinando in tutto il mondo alla nuova cultura derivata dalla memoria storica collettiva e della cosiddetta archeologia filmica.
Noi sappiamo perfettamente di essere una presenza scomoda e questo spiegherebbe nella logica le enormi difficoltà che abbiamo dovuto affrontare da circa 40 anni a questa parte. Scomoda per quegli Enti Pubblici preposti per questo tipo di lavoro che disponevano di ingenti somme di denaro, di attrezzature specialistiche, di locali climatizzati e accoglienti, di personale e di numerosi privilegi legislativi e finanziari.
In altre parole a titolo di esempio se oggi volessero costruire le piramidi, ammesso e non concesso che si riuscisse a edificarle con lo stesso straordinario sforzo degli schiavi egizi migliaia di anni fa e che ancora resistono incessantemente al passare dei secoli e all’evolversi delle tecniche, allo stesso modo, anche se l’esempio può sembrare presuntuoso e sproporzionato, è stato il nostro sforzo in questi 40 anni di lavoro che deve far riflettere e non deve passare nel dimenticatoio perché è la risposta chiara e precisa di chi ha sempre creduto nella cultura autentica, appassionata, libera e alternativa ad un potere spesso corrotto, inefficiente ed inadempiente.
Ecco perché noi siamo trattati fino ad oggi come Cenerentola, ma ora reclamiamo finalmente quel posto al sole che ci siamo con tanta fatica conquistati.
José Pantieri
Direttore del M.I.C.S. Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo
Roma, 19 novembre 2001